giovedì 23 settembre 2010

IL COMUNE ANTICIPA LA REGIONE E APPROVA IL NUOVO STATUTO. DE CARLO: “SANCITE LA FERMA VOLONTA’ DI RESTARE IN VENETO E LA PRECEDENZA A CHI HA FORTI LEGAMI COL TERRITORIO”


Il Comune di Calalzo “anticipa” la Regione e riforma il proprio Statuto secondo i principi della bozza presentata a Venezia da Lega e Pdl. Il via libera dal Consiglio comunale è arrivato mertedì sera con votazione unanime. Due i punti fondamentali del nuovo Statuto: il primo, in cui si ribadisce che il Comune si trova in Veneto e in Veneto vuole rimanere, e il principio innovativo, già ribadito dalla maggioranza al governo in Regione, secondo cui l’amministrazione calaltina, avvalendosi di particolari forme di autonomia concesse dal Veneto e dallo Stato, “si adopera in particolar modo a favore di tutti coloro che dimostrano un particolare legame col territorio”. E’, quest’ultimo, il medesimo concetto contenuto nella bozza di Statuto presentata dalla maggioranza in Consiglio regionale: “Abbiamo voluto – spiega il primo cittadino Luca De Carlo – dare innanzitutto un segnale a tutti coloro che, in un contesto difficile com’è quello della montagna bellunese, scelgono di contribuire alla crescita del paese. Non solo autoctoni, quindi, ma anche chi è arrivato da un determinato numero di anni ma ha deciso di lavorare per la crescita di Calalzo. Credo, come ha sancito di recente anche la Corte Costituzionale, che nel legame tra individuo e territorio stia oggi il punto di equilibrio ideale tra l’esigenza sociale di assicurare benefici al maggior numero di soggetti e i diritti imprescindibili di chi maggiormente promuove lo sviluppo del paese. Questo nostro Statuto ha ora una connotazione fortemente identitaria, e sancisce le peculiarità della montagna cadorina e le esigenze dei suoi abitanti”.
Nel sancire questo principio, Calalzo anticipa non solo la Regione ma anche gli altri 580 municipi del Veneto, ribadendo la possibilità, pur nell’uguaglianza dei diritti fondamentali come tra gli altri la sanità e l’istruzione, di adoperarsi in maniera particolare nell’erogazione di benefici verso chi risiede da più tempo in paese e negli anni ha lavorato per farlo crescere e pur nelle difficoltà della vita in montagna. “Penso sia ora – spiega De Carlo - che anche gli Enti locali autodeterminino le proprie priorità sia finanziarie che identitarie. Il nostro auspicio ora è che il Consiglio regionale approvi presto la carta statutaria mantenendo il più possibile invariata la bozza della maggioranza, che peraltro garantisce al Bellunese particolari forme di autogoverno. Di queste ‘approfitteremo’, non appena avremo la garanzia di una legislazione superiore, nell’assegnazione fondata e motivata ai calaltini di benefit e agevolazioni. D’altra parte, in periodi di contingenza economica come questo abbiamo il dovere di compiere delle valutazioni, che non possono prescindere da un dato di fatto semplicissimo: tutti i diritti e le prestazioni costano, e sarebbe assurdo per incapacità di compiere delle scelte se distribuissimo sussidi a tutti non aiutando di fatto nessuno. Noi ci siamo adeguati, ribadendo nei principi generali del nostro Statuto questo punto semplicissimo, a vantaggio dei calaltini e di coloro che pur non essendo nati qua, promuovono lo sviluppo del paese mantenendolo in vita”.
Attualmente il Comune di Calalzo, primo Ente ad “adottare” questo principio nel proprio Statuto, non teme ricorsi di alcun tipo: “Noi ci siamo trovati concordi nella volontà di sancire principi generali e fondamentali, per la cui applicabilità attendiamo la legislazione ‘superiore’, cioè quella regionale. Nello stabilire le precedenze nell’erogazione di beni e servizi, poi, obbediremo di volta in volta a giustificati motivi e valuteremo se avremo risorse per tutti o se restringere il campo a determinate fasce di popolazione”.
Infine, De Carlo richiama anche quanto espresso dal cardinale Scola qualche giorno fa: “Al di là di diritti universalmente riconosciuti, un amministratore è chiamato ad assumersi la responsabilità di giudicare di volta in volta le necessarie priorità. Penso che l’aver riformato per primi il nostro vecchio Statuto, chiaramente in tempistiche più agili di quelle permesse dal regolamento consiliare regionale, ci ponga in una condizione di vantaggio quando la Carta Veneta entrerà finalmente in vigore. Del resto i miei cittadini e le popolazioni di montagna non possono attendere oltre, hanno bisogno di segnali decisi dalla politica, segnali che l’amministrazione di Calalzo intende dare anche sancendo principi forti come quelli contenuti nel nuovo Statuto”.
Il testo approvato l'altra sera dal Consiglio comunale calaltino introduce anche la volontà di promozione dell’identità locale e delle tradizioni cadorine anche simboliche, e il ruolo irrinunciabile del volontariato che nelle terre alte del Cadore riunisce sotto lo stesso spirito anziani e giovanissimi. Valorizzata anche la tradizione storico-culturale cristiana, attraverso cui “il Comune ispira la propria azione secondo i principi di eguaglianza e di solidarietà nei confronti di ogni persona di qualunque provenienza, cultura e religione”. Fondamentale è l’introduzione del principio della valorizzazione ambientale successiva al riconoscimento dell’Unesco. Infine, un comma specifico è dedicato alle minoranze, che “il Comune di Calalzo tutela in ottemperanza alle disposizioni di legge, promuovendo processi di partecipazione nei diritti e nei doveri, rifiutando pregiudizi e discriminazioni e ricercando l’integrazione di valori e tradizioni con l’identità cadorina e veneta”.
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