mercoledì 13 aprile 2011

“SBALLO” NEI GIOVANI, A CALALZO SERVIZIO CIVILE MODELLO “NEW DEAL”

"Il modello è quello del New Deal di Roosevelt, che 'arruolò' due milioni e mezzo di giovani senza occupazione in un Corpo di Servizio civile per la salvaguardia del territorio”. Il sindaco Luca De Carlo utilizza questa similitudine per annunciare il suo prossimo progetto per i giovani di Calalzo e del comprensorio. Un’iniziativa per la quale ha scritto al capogruppo Pdl in Regione Dario Bond, chiedendo di poterla illustrare all’assessore Remo Sernagiotto. “Proprio l’assessore, presentando di recente la ricerca ‘Giovani in rilievo’ – spiega il primo cittadino - ha invitato chiunque abbia un progetto a portarlo a Venezia e chiederne un finanziamento. Credo sia giusto fare la nostra parte ed offrire in primis ai nostri ragazzi l’opportunità di rendersi utili e perché no, di guadagnare qualcosa, che a loro non fa certo male”.
Nei giorni scorsi De Carlo aveva sollevato il problema dello sballo dei ragazzi a Lagole (vedi qui): “Una questione che esiste, inutile negarlo. Per questo adesso dobbiamo dare una risposta che aiuti a prevenire fenomeni di ‘divertimento sbagliato’ in età adolescenziale con gravi ricadute sulla salute dei giovani: con la praticità della gente di montagna elaboreremo una soluzione concreta. Puntiamo su un progetto di educazione al lavoro e alla fatica, che è il metodo migliore per toglierli dalla cultura del menefreghismo rendendoli invece utili al paese e a se stessi”. Il progetto riguarderà innanzitutto la fascia d’età delle scuole superiori, e consentirebbe al Comune di impiegarli in lavori di manutenzione del territorio o socialmente utili “ripagandoli” con dei voucher orari, “esattamente come è avvenuto di recente riguardo al Servizio Civile per gli anziani. E allora io mi chiedo: perché non replicare lo stesso metodo anche per i giovani? Perché non dar loro l’opportunità di lavorare per il bene comune, che dà anche maggiore soddisfazione? Alla luce dei dati forniti da quella ricerca, e da me toccati con mano, ne abbiamo un estremo bisogno, noi come comunità e loro stessi”.
Il Gazzettino di Belluno, 14 aprile 2011
I numeri rilevati nelle terre alte bellunesi indicano, in una percentuale di popolazione giovane inferiore alla media veneta, un’incidenza di dipendenza da droghe doppia (5%) rispetto al quoziente regionale (2,6%); inoltre l’89% degli ragazzi dichiara di aver fatto uso di alcol già dagli 11-13 anni e di non ritenerne dannoso l’abuso. Il 14% ha assunto psicofarmaci, mentre i suicidi degli under-30 nel biennio 2008-2009 sono stati ben 15. “Nonostante questo – ricorda il sindaco di Calalzo – i nostri giovani dicono di non voler lasciare il loro paese, di apprezzare anche il lavoro della terra, di essere disposti alla fatica e al rischio nonostante riconoscano che il mondo degli adulti non concede loro spazi significativi. Questo mi spinge a credere ancora di più nel loro potenziale, perché significa che la permanenza dei ragazzi nelle terre alte, il loro lavoro, la loro educazione e la loro crescita sono nelle nostre mani: da parte loro c’è massima disponibilità ed anzi, ci chiedono proprio impegni forti ed investimenti in progetti decisi. Se un cambiamento di mentalità come il loro è già in atto, le istituzioni locali debbono supportarlo: io e il mio assessore Antonio Da Col siamo disposti a fare la nostra parte. L’Assessorato alle Politiche Giovanili, nato con la mia amministrazione, è oggi dotato di uno specifico stanziamento in Bilancio proprio considerando i ragazzi una priorità assoluta”.
Dall’inizio del mandato, nel giugno 2009, sono state diverse le iniziative attivate per i giovani: dal Nightbus alle feste con la presenza del camper del Sert, dal bando “Gioventù protagonista” al campeggio in Ajarnola dove gli animatori erano anche ragazzi delle superiori, dalla creazione di spazi in biblioteca al Dj Contest, dal bonus libri ai contributi per le società sportive che si occupano dei giovani.