sabato 31 marzo 2012

INVERTITO IL TREND DELLA "FUGA" DAL PAESE DEI NEOGENITORI. ECCO I DATI

Dal 2009 al 2011, praticamente tutte le famiglie che hanno accolto nuovi nati (40 su 41 totali) sono rimaste a Calalzo. I neo-genitori, sia italiani che stranieri, hanno deciso che il paese cadorino è il luogo “ideale” dove far crescere i propri figli. Il trend, insomma, si inverte decisamente: se nel 2008 ben metà degli stranieri e il 25% degli italiani decideva di andarsene, dal 2009 ad oggi tutti continuano ad abitare a Calalzo.
Più che soddisfatto nell’annunciare questi dati è il sindaco Luca De Carlo: “Dal 2005 in avanti, si è assistito ad un fenomeno per cui le coppie di neogenitori decidevano di trasferirsi a valle, dove c’erano maggiori servizi a minor costo. Questo avveniva sia per gli italiani e tanto più per gli stranieri, e così facendo il paese iniziava a spopolarsi di tutte le sue famiglie più giovani. La nostra amministrazione fin dal proprio insediamento ha messo in campo politiche mirate per la famiglia, dal bonus bebè al bonus libri alle rette della materna che sono tra le più basse del Veneto, giusto per citare due esempi. Non ci illudiamo di aver risolto il problema, ma l’aver invertito il trend degli abbandoni del paese da parte dei neogenitori, è certamente più che positivo in un momento in cui vivere la montagna è reso complicato dalla crisi”.
Ad oggi i residenti a Calalzo risultano 2.211, di cui 177 immigrati: una media nel complesso superiore a quella provinciale. “Ma la nostra, per la maggior parte dei casi, è la vera integrazione – dice De Carlo -, quella che non si ‘misura’ nel suo impatto numerico se non analizzando i dati, quella che non appare, che non stride, che non viene percepita mai con fastidio dalla popolazione autoctona, quella che si realizza nelle scuole grazie alla bravura degli insegnanti, o nel coro, o allo Studio Giovani. L’unica integrazione possibile che cerchiamo e vogliamo fortemente per la nostra Calalzo”.
Tra i dati sullo spopolamento del paese dal 2008, però, emerge un sostanziale equilibrio nel numero degli anziani over65, mentre i giovani sotto i 35 anni decrescono di ben 98 unità (-44 dall’insediamento dell’attuale amministrazione nel 2009). “Se le famiglie restano – spiega il sindaco – così non può dirsi dei ragazzi under35, che migrano altrove. Questo deve indurci a rifiutare la logica del ‘se il paese invecchia, incentiviamo solo le politiche per la terza età’. Anzi: dobbiamo lavorare con ancor più passione per trattenere i giovani a Calalzo, non dimenticando che il primo sostegno per gli anziani è avere accanto i loro familiari cui comunque possono dare moltissimo. Perciò è giusta la scelta di intraprendere fin da subito iniziative per i giovani, cercando di sviluppare le loro progettualità, finanziando le loro idee, impegnandoli in maniera volontaria per farli sentire protagonisti attivi della vita sociale. Calalzo è un paese che deve guardare 20 anni avanti, e in questo la nostra amministrazione intende recitare la parte principale e prioritaria”.