lunedì 17 settembre 2012

L'OCCASIONE DI RENZI E LE PRIMARIE A DESTRA

Il dibattito aperto da Renzi sulla necessità di rinnovamento non può non coinvolgere anche il centrodestra, tirato in ballo dal sindaco di Firenze che vede negli afferenti al Pdl diversi suoi potenziali elettori. 
Personalmente vorrei che le sue proposte coinvolgessero non solo l’anagrafe bensì anche i programmi, cosa di cui poco si sente parlare. Ma al di là di questo, l’interrogativo attuale è la possibile risposta del centrodestra alla sfida tra “vecchio” e “nuovo” a sinistra ma anche nella Lega, dove accanto al leader sono stati eletti solo 30enni e 40enni.
Renzi ha il merito, innegabile, di aver aperto un dibattito che non può non coinvolgere il Pdl, capace un anno fa di scegliere un giovane coordinatore nazionale la cui candidatura a premier oggi sembra decaduta a vantaggio di un 75enne che ormai ha fatto il proprio tempo. Non capirlo, a pochi mesi dal voto, è una cecità che porterà solo ad emorragia di consenso.
Perciò mi chiedo, vedendo l’entusiasmo (logico e trasversale, e perciò ancor più invidiabile) con cui viene accolto Renzi: perché i giovani del Pdl non emergono a livello nazionale? Perché tra i quadri del partito, quelli cioè che decidono le liste, figurano solo “veterani” della politica, alcuni addirittura risalenti alla Prima Repubblica? Perché non organizzare le Primarie del centrodestra, che consentano alla base di scegliere i candidati migliori, i più validi amministratori del territorio, il cui consenso pesa di moltissime preferenze raccolte alle Regionali? Perché aver paura di aprire queste Primarie a tutto il centrodestra, anche a chi è rimasto fuori dai direttivi ma si identifica nei nostri valori, affinché non ci sia dispersione di voti ma, anzi, si possa valutare quanto contiamo? O si pensa ancora una volta di imporre liste dalle Segreterie, sperando di convogliare su queste i voti della base?
Il caso-Firenze è emblematico: mentre l’Italia parla di Renzi, i bravissimi giovani del Pdl, che stanno compiendo all’opposizione un lavoro egregio, vengono lasciati nel limbo privi di ruolo politico. Perciò non mi stupisce che anche a destra molti siano disposti a sostenere Renzi: lui rappresenta quella richiesta di rinnovamento che nel Pdl stenta a trovare risposta. Chiedo perciò, per i prossimi turni elettorali, un rinnovamento a destra che significhi la possibilità per tutti di concorrere alla pari sulla base delle idee e delle capacità, indipendentemente dalle proprie possibilità economiche. Forse le Primarie non saranno lo strumento migliore, ma sono certamente un metodo popolare preferibile alle liste bloccate o decise dai partiti. I giovani e i politici seri non hanno paura di questo; chi nicchia, invece, è forse per il timore di rappresentare appena se stesso e la propria famiglia.
Luca De Carlo