martedì 23 aprile 2013

CALALZO COMMEMORA IL 25 APRILE RICORDANDO I MARO'

“Nel giorno della Liberazione, oltre alla tradizionale cerimonia delle 10.30 alla chiesetta degli Alpini, ricorderemo i nostri militari che liberi non sono a causa di uno Stato che li ha abbandonati nell’incertezza del giudizio del Kerala. E vogliamo farlo con chi fin dall’inizio ne ha seguito la vicenda, per aiutarci a capire quanto accaduto e cosa rischiano i Marò prigionieri in India”. Il sindaco di Calalzo Luca De Carlo annuncia che giovedì 25 aprile alle 20.30 Fausto Biloslavo (inviato di guerra per “Il Giornale”) presenterà nella sala Norma Cossetto del municipio un dettagliato libro sulla vicenda di Salvatore Girone e Massimilano Latorre, dal titolo “I nostri Marò, 2012-2013 Odissea in India”, scritto a quattro mani con il giornalista Riccardo Pellicetti e con prefazione di Toni Capuozzo.
Un anno di peripezie diplomatiche, battaglie giudiziarie e retroscena, culminati nella decisione italiana di trattenere i due militari in Italia dopo il permesso accordatogli dallo Stato del Kerala di rientrare in patria per il voto, decisione poi rigettata col ritorno a New Delhi il 23 marzo.

“Si tratta – spiega De Carlo – di un libro ricco di spunti, con video e foto mai viste, documenti inediti e interviste audio specifiche, come una al direttore macchine della Enrica Lexie, Mario Massimino, che giura di aver visto sparare in acqua dalla sua petroliera. E ancora, le testimonianze degli altri quattro fucilieri del nucleo di protezione an­tipirateria, compagni di Latorre e Girone, militari di cui si parla poco ma che hanno visto un pezzo del loro equipaggio portato via senza poter fare nulla, e che per 77 giorni sono dovuti rimanere nel porto di Kochi con la nave sequestrata. Nel libro non si arriva a stabilire se i due militari siano colpevoli o innocenti, ma si sottolinea quanto affrettatamente sia stata gestita la vicenda, con errori e sgarbi diplomatici che hanno portato al mancato rispetto della parola data con il mancato rientro in India”.
Il sindaco De Carlo non entra nel merito dell’opportunità o meno di inviare i soldati all’estero, ma aggiunge che “se li inviamo, un Paese civile ha il preciso dovere di difendere i propri militari, pensando anche ai nostri Alpini del Settimo in Afghanistan. Con uno Stato che invece sta abbandonando i Marò, noi dobbiamo ricordarli attraverso le parole di chi dall’inizio ne ha seguito la vicenda. Mi auguro che chi il 25 aprile indosserà nelle piazze il tricolore al collo, la sera non manchi ad un evento proprio dedicato a chi quella bandiera la porta sulla divisa rischiando la vita per essa”.