mercoledì 10 luglio 2013

LA SCUOLA DELL'INFANZIA AD ALESSIO DE BON

Abbiamo ricevuto la comunicazione da parte del Preside del nostro Istituto Comprensivo, Prof. Francesco Demattè, che il Consiglio d'Istituto ha approvato, su nostra proposta, l'intitolazione della scuola dell'infanzia ad Alessio De Bon. Sono straordinariamente felice per questa notizia che di fatto rende il doveroso riconoscimento ad una persona che ha, con le sue scoperte, dato lustro all'intera comunità di Calalzo e la motivazione raccoglie in una frase l'essenza di un'esistenza per troppo celata anche per cause " politiche ". Nella motivazione si legge infatti: " verificata la biografia di Alessio De Bon ( Calalzo di Cadore 1898 - Feltre 1957 ) archeologo, valoroso soldato durante la Grande Guerra, nonché legionario fiumano, studioso acuto appassionato della viabilità romana, in particolare di quella veneta e cadorina".  L'iter che mi auguro  non si traduca nelle solite lungaggini burocratiche,  spero ci consenta all'inizio del prossimo anno scolastico la posa della targa a perenne memoria. La scelta di una scuola non è stata certo casuale, il lavoro che in questi quattro anni abbiamo svolto per far scoprire alle nostre giovani generazioni l'importanza di molte figure calatine, trova anche in questa iniziativa il suo naturale sbocco. Da oggi chiunque frequenti la scuola materna verrà a contatto con Alessio De Bon e sarà spinto a conoscerne il profilo.  Pubblico qui sotto un breve sunto dell'attività del nostro De Bon a cura di Eugenio Padovan che ringrazio di cuore per la sua sempre preziosa disponibilità:
 
Della figura di Alessio De Bon, archeologo italiano, nato a Rizzios, tipica e incantevole frazione di Calalzo di Cadore il 7 ottobre del 1898 e morto a Feltre il 24 maggio del 1957, deve essere immediatamente rilevata e affermata la grande  attualità dei suoi studi e ricerche imperniate sulla viabilità antica, in particolare romana soprattutto da Altino lungo la valle del Piave, il Cadore, la Val Pusteria, ricordati come la Via Claudia Augusta Altinate. Seppure non vi siano conferme sulla denominazione dell’arteria, la prova sul campo, delle sue intuizioni, è evidenziata, tanto per fare qualche esempio, dai recenti ritrovamenti dell’insediamento romano, messo in luce nel 1999 nella località Tarin, e negli anni immediatamente successivi ,a Piazza Vigo e Santuario del Monte Calvario di Auronzo. Formatosi da autodidatta e ricordato come “ il rabdomante delle strade antiche” ha lasciato un importantissimo contributo allo studio dell’antico sistema stradale dell’Italia settentrionale e, in dettaglio, del Cadore. Fu autore di numerose pubblicazioni e articoli, ancora molto attuali e consultati da studiosi e archeologi, per la loro puntualità, intuizione e acume. Purtroppo, la sua prematura scomparsa, non gli ha permesso di realizzare un’opera organica. In ogni modo, il figlio Sergio e Renza Fiori, in questi anni, hanno curato e pubblicato ben due volumi con gli studi del padre: “La topografia dell’antica Italia settentrionale da Alessio De Bon ad oggi, metodi e scoperte". Atti del convegno di studi del 17 ottobre 1998 a Calalzo di Cadore” e nel 2010 il primo volume  de “Le strade  di Roma nella Venezia . La Via Claudia Augusta Altinate” colmando un’involontaria lacuna, fornendo e diffondendo, nello stesso tempo, notizie sulle perlustrazioni topografiche del territorio con i suoi assi stradali che il De Bon percorse e indagò sul finire degli anni trenta che furono, a quel tempo, inseriti nel volume;” Rilievi di campagna in La via Claudia Augusta Altinate”, Venezia, Regio Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 1938. Altre pubblicazioni furono “La colonizzazione romana dal Brenta al Piave”, Bassano del Grappa, Arti grafiche bassanesi, 1933.”Romanità del territorio vicentino”, Vicenza, Tipografia Commerciale, 1938.”Il Polesine ne l'Antico Impero: Il Municipio Romano di Atria”, Rovigo, Società tipografica editrice rodigina, 1939.Proseguendo sempre nel solco del De Bon si devono annotare almeno altri due importanti riscontri, oltre a quelli da lui visti direttamente, delle sue analisi viarie. La prima risalente al maggio del 2005, allorquando all’entrata della frazione di Cimagogna, durante la posa in opera della tubazione del metano, alla profondità di circa 2 metri dal livello stradale moderno, fu individuata una sequenza di pietre, interpretabile come il basolato romano indicato proprio in quell’area dagli studi del topografo calaltino. Egli, infatti, scriveva che corrispondenza di quest’ abitato il tragitto stradale, passava dalla destra orografica dell’Ansiei , alla sinistra proseguendo poi per Auronzo e il Passo di S. Antonio e quindi quello di Monte Croce Comelico per scendere poi nella Val Pusteria (Norico) e via verso la Germania. L’avvio di recenti indagini (ottobre 2012), in prossimità del Passo di Monte Croce Comelico riguarda proprio l’ambito di una struttura quadrangolare attraversata dalla strada romana scoperta da De Bon. Nelle perlustrazioni descritte nell’articolo “La strada romana del Comelico”, pubblicato nel 1940, sulla Rivista Atesia Augusta di Bolzano e inserito nel volume “ La topografia dell’antica Italia settentrionale da Alessio De Bon ad oggi , metodi e scoperte”, lo studioso deduce come “il terreno del Passo sia stato sconvolto da opere campali eseguite durante la Prima Guerra Mondiale e dalla caduta di frane. Ciò giustifica, a mio parere –aggiunge ancora-, la mancanza di ogni indizio di antichi manufatti. E’, però assai probabile che ai tempi romani qui vi fosse una mansio (stazione di sosta) sito di ricovero, ed un sacello facilmente dedicato a Giove. Questi “Mons Crucis “dei tempi medievali dovevano essere stati battezzati come altri della catena alpina con nome del massimo dio pagano”.Mansio o altro che fosse, le indagini scientifiche, che riprenderanno nel prossimo mese di luglio 2013, sia sulla sede stradale sia nel perimetro della struttura quadrangolare con torri circolari sui quattro lati, si svolgono nell’alveo tracciato, oltre 70 anni fa, dal De Bon e si spera, possano fornire delle precise e attese riposte.