venerdì 6 dicembre 2013

TRENI, LA LETTERA DI CHISSO

Pubblico a questo link la lettera che l'Assessore Regionale Chisso ha spedito al sindaco di Belluno Jacopo Massaro, circa il nuovo orario cadenzato che a breve entrerà in vigore. Un orario che allungherà il tempo di percorrenza sia sulla tratta per Padova che su quella per Venezia; non esisteranno più treni diretti da Calalzo e nemmeno la possibilità per i nostri ragazzi di andare a scuola a Belluno in treno visto che, oltre a cambiare a Ponte, avranno un orario di rientro fortemente penalizzante. Problema anche per chi intenda trasportare una bici vista l'assenza di vagoni dedicati e i due cambi prima di raggiungere Calalzo. Una situazione fortemente penalizzante per il nostro territorio. Ringrazio però pubblicamente i ragazzi che hanno partecipato ai tavoli tecnici ( pendolari, appassionati ed esperti ) che hanno, in questi mesi cercato ed ottenuto di lenire gli effetti negativi dell'introduzione di questo nuovo orario. Tavolo a cui inizialmente ho partecipato anch'io ma da cui mi sono defilato lasciando ai "tecnici" il lavoro "tecnico" per evitare strumentalizzazioni ed inutili ingerenze.

NOVITA' RIGUARDO GLI EDIFICI SCOLASTICI DI CALALZO....

Proseguono gli interventi volti a mantenere in buono stato ed efficienti gli edifici scolastici di Calalzo di Cadore. "Con l'assestamento di Bilancio deliberato dal Consiglio la settimana scorsa – afferma l’assessore al Lavori pubblici Antonio Da Col - abbiamo stanziato, raschiando veramente il barile, le risorse per compartecipare all’intervento di consolidamento della Scuola Materna. Si tratta di circa 8.000 euro che si sommano al contributo regionale di altri 30.100 appena aggiudicati attraverso un bando del Ministero dell'istruzione. Se non avessimo dato priorità massima (anche a scapito di altri capitoli) a questo intervento, avremmo rischiato di perdere il finanziamento... e di questi tempi sinceramente sarebbe stato un disastro". 
"Un altro stanziamento di Bilancio - continua Da Col -  ci consentirà di iniziare ad intervenire a stralci sull’aula computer, sostituendo pian piano le attrezzature  più datate. Questi sono solo gli ultimi di una serie di interventi effettuati sugli edifici scolastici. Nel dettaglio, alla Materna abbiamo ultimato il primo stralcio di consolidamento per una somma di 63.000 euro; asfaltato il piazzale e le aree limitrofe spendendo 8.300 euro; realizzato un parco giochi il cui costo è stato 11.000 euro, ed installato un impianto fotovoltaico del valore di 40.000 euro. Alle Scuole Elementari è stata eseguita l'asfaltatura (8.500 €). Alle Scuole Medie è stata sostituita la copertura e rifatti i bagni, operazioni costate 210.000 euro. Tutti questi interventi sono volti a ridare dignità agli stabili che per la nostra amministrazione sono fulcro della comunità. Con diverse azioni oltre a questa abbiamo dimostrato in modo chiaro in che senso va la nostra modalità di amministrare i calaltini: assicurare ai nostri ragazzi le migliori condizioni possibili per crescere in paese e studiare in ambienti consoni. Il prossimo obbiettivo sarà reperire i finanziamenti per intervenire sulla facciata della Scuola Elementare. Abbiamo richiesto l’anno scorso una perizia ad un tecnico abilitato e scongiurata l’emergenza abbiamo tutto il tempo di darci da fare per portare a casa le risorse necessarie".

giovedì 5 dicembre 2013

ULSS, LA REPLICA DEL DIRETTORE GENERALE DOTT. FARONATO


Pubblico a questo link la nota di risposta al documento che la conferenza dei sindaci del distretto numero aveva consegnato al Direttore Generale dell'Ulss 1 Dott. Faronato in occasione dell' incontro tenutosi a Calalzo lo scorso 8 novembre.

IUS SOLI, PROBLEMA SOLO DEMAGOGICO. PRIMA LA KYENGE PENSI A CITTADINI DI SERIE B IN ALTO ADIGE, PRIVI DI DIRITTO DI VOTO

“Il conferimento della cittadinanza italiana a bambini cui comunque non manca alcun diritto sociale, è un discorso di secondo piano rispetto ad altre esigenze primarie dei nostri cittadini italiani. Accade ad esempio che nel vicino Alto Adige per votare alle Amministrative servano 4 anni di residenza, anche per gli italiani. Ora, prima di imporre la cittadinanza a stranieri i cui genitori nemmeno l’hanno richiesta per sé, il Ministro all’Integrazione potrebbe concentrarsi, ad esempio, sul livellare queste disparità, che mettono in secondo piano gli italiani e che contrastano con l’articolo 3 della Costituzione”.
Il sindaco di Calalzo Luca De Carlo interviene dopo l’approvazione, avvenuta ieri sera in Giunta, di una delibera che chiede al Governo di attuare su tutto il suolo nazionale l’articolo 3 della Costituzione, cancellando la intollerabile discriminazione nei confronti dei cittadini italiani residenti da meno di 4 anni in Alto Adige, e di attivarsi per riconoscere la cittadinanza italiana agli stranieri al compimento dell’obbligo scolastico con una sburocratizzazione delle pratiche per i maggiorenni. “Questo – commenta De Carlo – senza la demagogia o l’ideologia che troppo spesso si impadronisce del dibattito sull’integrazione degli immigrati in Italia, scordando che le discriminazioni avvengono già a carico di alcuni cittadini in Alto Adige”.
“Fatto salvo che a nessun minore vengono fatte discriminazioni sociali di alcun tipo, perché in Italia è garantito nella salute e nella scuola, mi chiedo – dice il sindaco di Calalzo – perché si debba imporre la cittadinanza a un bambino quando i suoi stessi genitori non l’hanno voluta per sé; e perché, visto che a un ragazzo immigrato rispetto a un italiano manca solo il diritto di voto, non si possa proseguire con l’attuale legge fino al compimento della maggiore età, quando su richiesta potranno ottenere cittadinanza e suffragio qualora i genitori (residenti da 10 anni) non avessero già provveduto. Semmai si lavori per snellire le pratiche burocratiche, agevolando chi a 18 anni vuol diventare italiano senza dover sopportare mesi di trafila quando da lustri vive e studia nel nostro Paese. Ben più rilevante è invece la questione del voto in Alto Adige, cosa che va sanata al più presto. A parer mio, ancor prima di pensare ad includere in un diritto chi non ne sente i benefici, vanno livellate le disparità civiche tra italiani, che purtroppo in molti casi ancora sussistono”.          

martedì 3 dicembre 2013

CITTADINANZA E IUS SOLI: CONFUSIONE E DEMAGOGIA

Sono convinto che la maggior parte di quanti oggi parlano di cittadinanza abbiano poco chiaro cos'è e come la si ottiene. Pertanto provo, con l'aiuto dell'Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Calalzo Marinella Tenan, a fare innanzitutto un po' di chiarezza.
Attualmente la cittadinanza italiana è regolata dalla legge 5 febbraio 1992, n. 91 (e relativi regolamenti di esecuzione: in particolare il DPR 12 ottobre 1993, n. 572 e il DPR 18 aprile 1994, n. 362) che, a differenza della legge precedente, rivaluta il peso della volontà individuale nell’acquisto e nella perdita della cittadinanza e riconosce il diritto alla titolarità contemporanea di più cittadinanze.
I principi su cui si basa la cittadinanza italiana sono:
• la trasmissibilità della cittadinanza per discendenza (principio dello “ius sanguinis”);
• l’acquisto “iure soli” (per nascita sul territorio) in alcuni casi;
• la possibilità della doppia cittadinanza;
• la manifestazione di volontà per acquisto e perdita.
ACQUISTO DELLA CITTADINANZA.
La cittadinanza italiana può essere acquisita secondo le modalità di seguito riportate:
1. CITTADINANZA PER FILIAZIONE (“iussanguinis”)
L’art. 1 della legge n. 91/92 stabilisce che è cittadino per nascita il figlio di padre o madre cittadini. Viene, quindi, confermato il principio dello iussanguinis, già presente nella previgente legislazione, come principio cardine per l’acquisto della cittadinanza mentre lo ius soli resta un’ipotesi eccezionale e residuale. Nel dichiarare esplicitamente che anche la madre trasmette la cittadinanza, l’articolo recepisce in pieno il principio di parità tra uomo e donna per quanto attiene alla trasmissione dello status civitatis. 
Riconoscimento del possesso della cittadinanza agli stranieri discendenti da avo italiano emigrato in Paesi ove vige lo ius soli.
La legge del 1912, sebbene all’art. 1 confermasse il principio del riconoscimento della cittadinanza italiana per derivazione paterna al figlio del cittadino a prescindere dal luogo di nascita già stabilito nel codice civile del 1865, all’art. 7 intese garantire ai figli dei nostri emigrati il mantenimento del legame con il Paese di origine degli ascendenti, introducendo un’importante eccezione al principio dell’unicità della cittadinanza.
L’art. 7 della legge 555/1912 consentiva, infatti, al figlio di italiano nato in uno Stato estero che gli aveva attribuito la propria cittadinanza secondo il principio dello ius soli, di conservare la cittadinanza italiana acquisita alla nascita, anche se il genitore durante la sua minore età ne incorreva nella perdita, riconoscendo quindi all’interessato la rilevante facoltà di rinunciarvi al raggiungimento della maggiore età, se residente all’estero.

lunedì 2 dicembre 2013

ANPI E FOIBE,DAI CHE FORSE ........

Accesi commenti dei lettori, bocciatura di una parte degli esuli, timide aperture da altri e soddisfazione di artisti come Simone Cristicchi, che ha portato il dramma dell'esodo in teatro. Le prove di dialogo fra l'Anpi del Veneto e l'Associazione Venezia Giulia e Dalmazia di Padova raccontate su Il Giornale di ieri hanno provocato non poche reazioni. I lettori del nostro quotidiano si sono scatenati contro il tardivo mea culpa dei partigiani sull'esodo e le foibe. Rari, ma importanti, i commenti favorevoli: «Non riesco a credere ai miei occhi: i partigiani nostrani cominciano a riconoscere la tragedia dei profughi istriani (…) Se sì, allora è il caso di dire: meglio tardi che mai».
Massimiliano Lacota, presidente dell'Unione degli Istriani, una delle associazioni degli esuli più agguerrita, non ci sta. «Un cambio di rotta potrá dirsi davvero avvenuto soltanto quando, con una risoluzione votata dal massimo organo deliberante dell'Anpi - scrive in un comunicato - sarà stata riconosciuta la pulizia etnica pianificata da Tito e finalizzata a cacciare le componenti maggioritarie non slave della Jugoslavia».Uno storico rappresentante degli esuli dalmati, Renzo de'Vidovich, apre in parte al «disgelo». L'iniziativa della Presidente dell'Anvgd di Padova, Italia Giacca, e le altre precedenti occasioni d'incontro con «gli avversari di ieri sono utili e opportune». Però De'Vidovich non è disposto a «pagare» il prezzo politico «richiesto surrettiziamente dai partigiani nell'addebitare al Regno d'Italia (chiamato fascista tout court) la responsabilità delle stragi della guerra civile jugoslava le quali spiegherebbero la “giusta reazione popolare jugoslava” contro gli italiani e, quindi, le foibe e l'esodo».Il sindaco del comune di Calalzo, Luca de Carlo, chiede «di passare a fatti concreti» dopo l'incontro di Padova «eliminando le vie ancora oggi intestate a Tito».

PNEUMATICI DA NEVE O CATENE A BORDO.

Ho emesso oggi un'ordinanza che prevede sanzioni a carico di chi circola durante il periodo invernale, sprovvisto di gomme da neve o catene. Troppo spesso, nonostante si viva in montagna,  durante le nevicate o appena dopo, sono molti quelli che scorazzano senza i pneumatici adeguati creando un pericolo a se stessi ma anche agli altri. Troppo facile pretendere che il Comune raccolga la neve addirittura prima che scenda. Quando nevica e comunque durate tutta la stagione invernale è un obbligo quello di essere attrezzati per affrontare le situazioni che, da sempre in montagna si creano: macchine di traverso, code e file perché non si è attrezzati non saranno più tollerate! Le sanzioni saranno di 41 euro per chi viene fermato sulle strade urbane e 84 euro per quelli trovati sprovvisti di adeguati pneumatici sulle strade extraurbane come da Decreto Legislativo n.285 del 30 aprile 1992..